venerdì 20 settembre 2013

Donne con i numeri

Circa un anno e mezzo fa, poco dopo la tragedia della Costa Concordia, ho scritto un post che raccontava di quella disavventura, o per meglio dire sventura, capitata in una fredda notte di Gennaio del 2012. Torno a parlarne adesso, dato che in questi giorni è stata compiuta la grande impresa, accolta con entusiasmo e scene di giubilo: la nave, appoggiata su un fianco da tutto questo tempo, è stata fatta ruotare ed è tornata diritta, svelando quello che da quasi tutti i giornali è stato definito "il suo lato oscuro".
Ma non è di questo che voglio parlare.
Come tutti sapete, i morti sulla Concordia sono stati trentadue, di cui due ancora dispersi. Ebbene. Fra i tanti servizi visti nei vari tg nazionali, mi ha colpito quello che il Tg1 ha dedicato ai parenti di una delle due vittime ancora disperse. Il marito, cha abbiamo visto spesso in tv, auspicava che finalmente la moglie tanto amata venisse ritrovata. E poi c'era la figlia che quella sera, quella in cui la Concordia affondò e sua madre morì, era lì, su quella stessa nave: prese una scialuppa di salvataggio ed arrivò a riva, aspettando la mamma che però non arrivò mai.
La ragazza, nel servizio del Tg1, veniva ripresa di spalle. Ho pensato "forse non vuol far vedere la propria commozione". Invece no. Come la giornalista ha tenuto a precisare, non ha voluto essere ripresa perchè "ha affrontato le selezioni per Miss Italia".
Nei giorni successivi, anche i giornali hanno dato rilievo alla notizia, stavolta mostrando la ragazza in faccia e sottolineando sempre la sua partecipazione a Miss Italia.

Se è vero che ognuno vive il dolore a modo suo e che la vita va avanti, è anche vero che, tra il cadere in depressione profonda e cercare di sfruttare la tragedia accaduta per essere in qualche modo ricordata e favorita alle selezioni di Miss Italia, c'è sicuramente una via di mezzo. Non vedo nessun motivo valido, se non appunto quello di cercare di essere ricordata dal pubblico in modo da distinguersi dalla massa delle altre partecipanti (o sarebbe meglio definirle carne da macello?), di sottolineare in modo così insistente la partecipazione di questa ragazza ad un concorso di bellezza, concorso che non c'entra niente né con la tragedia della Concordia, né con le operazioni per raddrizzarla.
Inevitabilmente ho pensato alle parole della presidente della Camera Laura Boldrini che, all'indomani della notizia che la Rai aveva cancellato dal proprio palinsesto l'elezione in diretta di Miss Italia, aveva detto:

"Credo che ci si debba rallegrare di una scelta moderna e civile e spero che le ragazze italiane possano avere un'altra possibilità per farsi apprezzare che non quella di sfilare con un numero. Le ragazze italiane hanno altri talenti."

Purtroppo in questo caso la ragazza italiana non mostra nessun altro talento oltre a quello che da un po' di tempo, nel mondo delle veline e dei bunga bunga, ormai impera nel nostro Paese: nel bene e nel male, purché se ne parli.
Tuttavia in questa storia è un'altra la donna che ci fa essere orgogliose di appartenere alla categoria, ed è tedesca: l'ingegnere navale Inken Fruehling, ventinove anni, che ha partecipato alle operazioni di parbuckling occupandosi dei conteggi per il controllo della zavorra.
Sì, certe donne sanno usare i numeri per farsi notare senza appuntarseli sul costumino mentre sorridono ebeti ad una telecamera.

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