sabato 9 giugno 2012

La rivincita delle bambole

Chi mi conosce bene, sa che ho per il rosa una vera e propria ossessione cromatica. Fosse per me, il mondo sarebbe così:


Alberi rosa salmone e fucsia, cielo rosa shocking e nuvole color cipria. Sarebbero rosa la pioggia e le pozzanghere, leggermente tendente al violetto il sole, il mare dello stesso colore del cielo e la sabbia con tutte le mille sfumature rosate... insomma, si è capito. Io amo il rosa oltre ogni cosa (e la rima non era voluta, ma ce la lascio perché mi piace!).
Se qualcuno non sa cosa regalarmi, di solito opta per un qualsiasi oggetto rosa, e io sono felice. Se poi è anche glitterato, mi vengono le lacrime agli occhi.
Gli anni novanta per me sono stati un dramma: tutto era minimal, solo bianco o nero. Non che non ami il nero, figuriamoci, ma se non esco con qualcosa di rosa addosso mi sento a disagio. A volte devo impormi di comprare cose di altro colore. E tuttavia il mio armadio trabocca di rosa, tanto che potrei fare concorrenza alla Barbie.
Ed eccolo qui, il grande problema (se di problema vogliamo parlare): il rosa, il glitter, il glamour sono di solito associati alle bambole. E se si pensa a una donna-bambola, ahimè, si pensa ad una con poco cervello.
Purtroppo un motivo c'è: fin dagli anni '50, fin dai tempi di Marilyn, la donna bambola, quella con le movenze bambinesche e solo apparentemente innocenti, con gli occhioni sgranati e le ciglia lunghe, è sempre stata presentata come svampita e oca.
Che dirvi? Non credo di essere mai stata svampita e oca, ma di certo sono sempre stata "bambola". Recentemente ho fatto alcune foto in stile "urban": volevo sembrare un po' una bad girl, di quelle incazzate col mondo. Il risultato? Avevo la faccia di una "bambinetta disgustata e annoiata", come mi ha fatto notare una cara amica, altro che bad girl!
Di fatto, la gente non mi riconosce e non mi gradisce in altra versione che non sia la solita: occhioni sgranati, guanciotte rosa, labbra color porpora. Bambola, dunque, che racchiude anche l'essere "bimba cattiva", ma sempre bambola.
D'altre parte, da bambina, non mi addormentavo se non mi veniva cantata "c'è una bambolina che fa no no no no nooo! È così carina ma fa no no no no nooo!".
Il problema è che spesso vengo guardata, specie dalle donne, specie da quelle che tanto si affannano a cercare di dimostrare attraverso la negazione della loro femminiltà di avere un cervello, con molta diffidenza. Perché una bambola non può anche avere il cervello funzionante, no? Come si può avere voce e modi da bambina e nascondere le palle sotto i jeans?
Ebbene, si può. Ve lo garantisco. Mettermi qui a spiegarvi i perché e i percome mi sembrerebbe un insulto a me stessa. Non ho bisogno di snocciolare voti, concorsi vinti o successi personali per garantirvi che non sono svampita e superficiale. Mi fanno un po' pena quelle che, pur avendo scelto lo stile "professoressa impegnata che ripudia qualsiasi tipo di accessorio che possa ricordare anche da lontano un minimo di femminilità", poi si sentono sempre in dovere di farti notare quanto sono preparate e quanto hanno studiato. Quando poi le becco in fallo, mi diverto a distruggerle psicologicamente innestando in loro il seme del dubbio: ommioddio, ho scelto di essere brutta per dimostrare di essere intelligente e ho fallito anche in questo?
Per quanto riguarda l'universo maschile, agli uomini piace la bambolina, si sa, da sempre. Il problema vero è convincerli che c'è una differenza sostanziale tra una donna bambola e una bambola gonfiabile. Alcuni tendono a confondere le due cose, purtroppo, vittime anch'essi del ragionamento "stile bambola=zero cervello=posso usarla come voglio". Poi però ci rimangono male quando scoprono le palle sotto i jeans (rosa, glitterati).


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