lunedì 4 giugno 2012

Fuori dal tempo

C'è un posto qui a Zambra, il minuscolo paese in provincia di Pisa dove abito, che amo più di ogni altro. Prendendo la piccola strada che si avvia verso il vecchio cimitero e che si snoda tra i campi che adesso, a primavera inoltrata, sono tutti verdissimi e costeggiati di papaveri, si arriva vicino ad un grande campo di grano (vi prego, niente citazioni di Battisti) davanti al quale c'è appunto il cimitero con accanto tre grandi pioppi. Quando c'è un po' di vento, le foglie dei pioppi fanno un rumore che è difficile da decrivere: come tanti campanellini lievi lievi, che ragalano una pace infinita. Bè, se non c'è pace al cimitero...







Niente di ciò che circonda quel luogo evoca una sensazione di inquietudine o dark, come si potrebbe pensare. Lì c'è solo la natura e il silenzio, rotto da qualche passante in bicicletta o dal canto delle cicale in estate. Sembra di essere su un altro pianeta, sembra di essere anni luce lontani dalla vita di tutti i giorni.
Nel piccolo cimitero ci sono tutti i morti della mia famiglia, a partire dai nonni di mia nonna. Io lo chiamo "il cimitero vintage", perché tantissime lapidi riportano date e fotografie risalenti all'800. Ogni volta mi viene da pensare che alcune fotografie che si vedono sulle lapidi sono state scattate quando il Manzoni scriveva la versione definitiva de "I promessi sposi". Più vintage di così...
Qualche mese fa ho sognato che volevano costruire un grande centro commerciale in quel luogo fuori dal tempo e io mi opponevo e urlavo di no. Non si vive di solo shopping.
Vado lì quasi ogni giorno, ormai. E anche se non credo affatto alla "corrispondenza d'amorosi sensi" di fronte ad una tomba (perdonami, Foscolo!), perché credo che quando uno è morto non sia più in nessun luogo (sicuramente non su questa terra, volendo credere aldilà) e men che mai in una minuscola bara in un minuscolo cimitero, trovo che, dovendo "dormire per l'eternità", non si possa pensare ad un posto migliore di quello.
In ogni caso, è un luogo che mi voglio godere da viva finché posso.

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