Ieri sera ero in un pub e, alla mia richiesta di un dolcificante per il tè, come spesso accade, la risposta è stata "non ce l'abbiamo".
Mi chiedo come sia possibile che, dopo tante giornate mondiali sul diabete, dopo sopt pubblicitari, campagne di sensibilizzazione e chi più ne ha più ne metta, ancora oggi non si trovi una misera bustina di dolcificante in un locale pubblico.
Aprendo il menù, poi, un diabetico aveva ben poca scelta: un tè o un caffè senza dilcificante, appunto e, forse, una piccola birra, che talora è permessa. Per me, che sono astemia, la scelta si è ridotta ancora di più e alla fine mi son ritrovata a bere il mio tè senza zucchero (che a molti piace, per carità, ma vorrei poter scegliere di berlo o no dolcificato).
Spesso mi sono ritrovata a poter prendere solo l'acqua, in alcuni locali. Niente bibite senza zucchero, niente succhi di frutta senza zucchero aggiunto, niente dolcificante. Niente di niente.
Mi domando che cosa costerebbe ai gestori dei locali o dei bar procurarsi anche bevande per i diabetici. Non si chiede di trovare cose di difficile reperibilità o molto costese: una Coca Cola Zero costa esattamente come quella normale. Così come l'aranciata o i succhi di frutta. E si trovano in qualsiasi supermercato o negozio di alimentari, ormai. Perché non pensare anche a chi non può assumere zuccheri? Perché ritrovarsi a dover dire a un bambino che entra in un bar e vuole un succo di frutta "no, scusa, abbiamo solo l'acqua!"? Se è difficile per me accettarlo, che ho 32 anni, figuriamoci per un bimbo piccolo.
Un nuovo spot in tv di sensibilizzazione per il diabete, malattia che, ricordo, ha colpito più di 170 milioni di persone nel mondo, recita "chi ha il diabete, non corre da solo". E invece, purtroppo, bisogna ammettera l'amara verità (amara come il té che ho bevuto ieri sera): le persone con diabete sono irrimediabilmente sole. Come purtroppo moltissimi altri malati di altre patologie.
Non sono sole come potevano essere i malati di aids negli anni '80; non sono sole perché additate come appestati. Sono sole perché il mondo si dimentica di loro, non sono "previste" dal sistema. Vai in un bar e non troverai mai dei dolci senza zucchero. A Pisa c'è una sola gelateria che produce il gelato per diabetici, ma solo perché le proprietarie hanno il padre che soffre di questa malattia. E comuqnue si sta parlando di dover produrre alimenti senza l'aggiunta di zuccheri e magari non tutti sono capaci di farlo. Ma una misera, piccola bustina di dolcificante, santo cielo? Nemmeno quella?? Nemmeno una lattina di Coca Zero? Sapete quanti malati di diabete, nella situazione come quella in cui mi sono ritrovata io ieri sera, avrebbero aggiunto lo zucchero e pazienza? Quanti ragazzini mangeranno il gelato "normale" per non sentirsi diversi dai loro amichetti? Se il mondo non comincia a cambiare anche da queste piccole cose, difficilmente potrà migliorare sulle grandi: se non si riesce a fare nemmeno un piccolo gesto per far stare meglio un bambino diabetico, facendogli trovare un succo di frutta anche per lui, pensate davvero che si possa combattere la guerra e la fame e la miseria che ci sono nel mondo?
Mi viene in mente un bellissimo pezzo tratto dal musical "Aggiungi un posto a tavola":
"...Solo, fra la mia gente
Mi sento solamente, una formica
Una formica è solo una formica
Uno zero una nullità
I granelli di sabbia per lei sono montagne
Ma basta che abbia vicino le compagne
E una formica smuove le montagne
Una formica da sola non esiste
ma resiste solo perché sa
che come tante gocce fanno il mare
tante formiche
possono formare
una comunità
Ma se da sola affronta la fatica
Allora si che è solo una formica.
Ma due formiche sono due formiche
Un’idea di solidarietà
C’è ben poco da fare di fronte alle montagne
Ma se può contare su tutte la compagne
Quella formica smuove la montagne..."
Direi che sarebbe ora che anche quelle piccole formichine che decidono di aprire un esercizio pubblico smuovessero un granello di sabbia nel loro piccolo.
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