venerdì 18 maggio 2012

L'Inferno sono gli altri

Comprare un libro perché vi piace la copertina: vi sarà capitato più di una volta. A me è successo, ultimamente, con "Dannazione" di Chuck Palahniuk.
Lo scrittore americano, famoso per aver scritto libri come "Soffocare" e "Fight Club", ha colpito ancora. "Dannazione", nel perfetto stile irriverente del simpatico Chuck, è la storia di una ragazzina di 13 anni, Madison, figlia di una coppia che ricorda vagamente i "Brangelina" (per chi non fosse esperto di gossip, è così che vengono chiamati Angelina Jolie e Brad Pitt): attori, famosi, ricchi, vegetariani, impegnati sempre in prima linea nella lotta contro l'inquinamento, che usano il jet privato MA lo arredano all'interno solo con materiali ecocompatibili, che adottano figli su figli e poi li parcheggiano in qualche costoso collegio svizzero. Madison è la loro unica figlia naturale e non avrebbe nulla di cui potersi lamentare. Se non fosse per un piccolo problemino: è morta. Non solo, è anche finita all'Inferno.
Come ci sia finita non si sa, anche se finire all'Inferno oggigiorno è maledettamente facile: basta pronunciare la parola "cazzo" per più di 500 volte nella vita e sei fregato.
Sta di fatto che la piccola Madison, ragazzina colta ed educata, si ritrova lì insieme ad un gruppo variegato di personaggi, un giocatore di football, un secchione, una cheerleader, un punkabbestia, ed insieme a loro deve riuscire nella non facile impresa di farsi piacere un posto in cui esistono le Colline di Unghie Tagliate e il Lago di Sperma Sprecato.
In realtà, dopo un primo momento di comprensibile spaesamento, Madison si rende conto che, forse forse, l'Inferno vero era vivere con mamma e papà. Due genitori che, per fare un esempio, erano capaci di farle una festa di compleanno nudista, in cui invitavano tutti i loro amici fricchettoni con prole, e poi, sempre completamente nudi, si drogavano e, quando i loro figli erano andati a letto, praticavano sesso libero. Quindi, forse, l'inferno può diventare un posto accogliente, perché, come tutti sanno, non è il luogo in cui si vive a renderci felici, ma le persone che ci sono capitate come compagne di viaggio.
L'evidente incongruenza tra l'età di Madison e il suo modo cinico ed eccessivamente smaliziato di vedere la vita, unita alla genialità di battute cattive e politicamente scorrette, sono il punto di forza di questo libro: "...mio padre, inutile come sempre, vi direbbe: "Le donne mangiano per nutrire la passera". E il senso è: tutto ciò che facciamo in eccesso è un modo per compensare la mancanza di una minima gratificazione sessuale. Mia madre direbbe che gli uomini eccedono con l'alcol perché ad aver sete sono i loro peni. La verità è che, in quanto figlia di genitori ex hippy, ex rasta, ex punk, ex anarchici, sono stata bombardata da una quantità infinita di ovvientà.
E no, non ho mai avuto il piacere di provare un orgasmo in prima persona (...) ma ho tuttavia imparato che se aiuti una donna a scoprire le proprietà curative legate alla manipolazione del clitoride ella diverrà tua fida seguace e migliore amica per sempre."

Ok, fin qui la recensione del libro, che non mi sono affatto pentita di aver comprato. Ma il vero motivo per cui l'ho acquistato, come vi dicevo, è stata la copertina. Vedendo Madison ritratta, ho subito pensato che mi assomigliasse: qualcosa negli occhi, nello sguardo, nel sorrisetto... non lo so, qualcosa mi ha ricordata me stessa. E ho pensato che fosse di buon auspicio! Insomma, chi non vorrebbe andare in un posto in cui si incontrano Marilyn, James Dean, Janis Joplin, Nureyev, Frank Sinatra, John Lennon...?? Lasciamo il Paradiso a coloro
che si vogliono annoiare anche da morti!






N.B. La frase che dà il titolo a questo post è una citazione di Jean-Paul Sartre

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