sabato 28 aprile 2012

In cosa posso esserle utile?

Oh ma insomma, queste commesse de "La Rinascente" di Firenze... e si lamentano della spilletta a doppio senso, e si lamentano che devono portare i tacchi alti e "coccolare" i clienti... ma che ci sono andate a fare, mi chiedo, a lavorare in un posto del genere?
Ma partiamo dall'inizio: circa venti giorni fa è scoppiato il "caso" a "La Rinascente" di Firenze perché le commesse erano costrette a portare una spilletta appuntata sugli abiti con la scritta "Facile averla, chiedimi come". La frase si riferiva alla card riservata ai clienti abituali, ma il doppio senso è evidente. Le commesse si sono lamentate del fatto che i clienti, quelli di sesso maschile, facevano loro apprezzamenti piuttosto pesanti, soprattutto nei giorni in cui, accanto alla spilletta incriminata, ne compariva un'altra con la scritta "tvb". Quelli erano i giorni dedicati alle "coccole" ai clienti: consigli di stile, trucco e moda impartiti dalle simpatiche e sorridenti commesse in minigonna e tacchi alti.
"Così facciamo passare il messaggio che tutto è in vendita, anche le persone! Non è giusto, siamo oggetto di scherno e battute pesanti!" hanno protestato le signorine. Il bello è, però, che a lamentarsi sono state solo le commesse che lavorano a Firenze, ma la spilletta dovevano portarla tutte le commesse di ogni punto vendita "La Rinascente" presente in Italia. Al che la domanda nasce spontanea: sono i clienti fiorentini ad essere particolarmente maliziosi o sono le commesse fiorentine ad essere eccessivamente permalose?
Sono stata a "La Rinascente" di Firenze poco più di un mese fa e ho comprato un capo di biancheria intima. Ebbene, la ragazza che me l'ha venduto sembrava uscita da una sfilata: trucco curato e non leggero, scollatura vertiginosa, tacchi alti. Era bella, ovviamente. E le altre commesse non erano da meno. Quello che voglio dire è che ogni dettaglio era stato studaito appositamente perché le commesse venissero guardate. Ora, mi domando una cosa: queste signorine sono consapevoli che, quando vengono scelte per andare a lavorare in un posto del genere, non vengono selezionate per il loro cervello, né per le loro capacità nella vendita (mille volte mi sono trovata, in questo tipo di negozi, con una ragazzina dal bel musino che non aveva idea di cosa fosse presente nel magazzino, non sapeva come soddisfare le mie richieste e si preoccupava soltanto che non le sbavasse il rossetto)? Sono consapevoli, queste belle fanciulle, che nel momento stesso in cui accettano di essere selezionate per la loro avvenenza e accettano di recarsi al lavoro vestite come bambole, poi saranno trattate esattamente come tali? La spilletta sarebbe totalmente inefficace se non accompagnata da tutto il resto. Provate a farla indossare ad una bruttina, scialba e struccata e vediamo se sortirà il medesimo effetto. Siamo di fronte alla mercificazione della donna? Certo che sì. È giusto? Probabilmente no. Tuttavia mi stupisco che questa protesta provenga proprio da chi, prima, accetta di buon grado la tendenza a considerare la donna come merce e poi, un bel mattino, si accorge che, nel momento in cui il cliente entra nel negozio, ciò che paga non è solo la roba che compra ma anche la bellezza, la sensualità di chi gliela vende.
Sarebbe come fare di tutto per entrare nell'esercito e poi lamentarsi perché ti mettono un fucile in mano e ti dicono di sparare.
L'idea della spilletta può anche essere di cattivo gusto, ma per favore nessuno si scandalizzi! Se un cliente fa una battuta pesante, basta sorridere, rispondere a tono e ricordarsi che si è state assunte proprio per attirare i clienti, anche dal punto di vista sessuale e che una battuta, per quanto pesante, rimane una battuta. Nessuna sarà molestata pesantemente in un grande magazzino pieno di gente e con gli addetti alla sicurezza pronti ad intervenire.
Altrimenti c'è un'alternativa: una bella "obiezione di coscienza". Basta smettere di scendere a compromessi, basta rifiutarsi di essere selezionate per la propria bellezza e non presentarsi più ai colloqui e al lavoro vestite come conigliette di Playboy.

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