giovedì 23 febbraio 2012

Barzellette viventi

"...è questo che veramente vuoi? Donne che si comportino come schiave, donne con l'ossessione di tenere la cucina pulita e di farsi i capelli, donne che non ti mettano mai in discussione in alcun modo, donne che esistano soltanto per aspettarti a casa carponi?"
tratto dal film "La donna perfetta"' (2004)

Avete mai visto questo film? Bè, se non lo avete mai fatto, guardatelo. Tratto dal romanzo di Ira Levin "La fabbrica delle mogli" (1972), è la storia di Joanna, una donna in carriera che abita a New York, stressata e con un matrimonio in crisi, che di colpo viene licenziata dalla tv per la quale lavora. Un giorno il marito Walter le comunica che anche lui si è licenziato e le propone di trasferirsi in una cittadina del Connecticut, Stepford, per cercare di allontanarsi dalla vita frenetica della metropoli e tentare di salvare il loro matrimonio. Joanna accetta e di colpo si trova immersa in un'atmosfera anni '50 in cui tutte le donne del posto sono bellissime e devote ai loro mariti, passano il tempo cucinando e ricamando, dicono sempre di sì, sono sempre sorridenti e gentili, perfettamente truccate, con i capelli sempre in ordine e "fanno sesso alla grande".
Gli uomini dal canto loro passano il tempo libero in un circolo, il cui ingresso è vietato alle mogli, fumando sigari e compiacendosi a vicenda delle loro perfette compagne.
Non voglio star qui a raccontare tutta la trama, quello che mi preme sottolineare è che questo film dovrebbe essere un'iperbole: una commedia che gioca sul luogo comune, esasperandolo, che per un uomo l'ideale di perfezione femminile sia quello di una donna-bambola, possibilmente bella, né intelligente né stupida ma semplicemente non-pensante, brava a letto e in cucina e sempre sorridente. Perché dico "dovrebbe essere"? Perché sempre più mi sto rendendo conto che, per alcuni uomini (dico alcuni per non dire molti, dico molti per non dire tutti), quello sarebbe DAVVERO l'ideale di donna. Scoprire che esistono uomini che fanno parte di un cliché trito e ritrito è una cosa di una tristezza allucinante. È un po' come se vedessimo avverarsi sotto i nostri occhi una delle tante barzellette sui carabinieri, o se avessimo "la famiglia del Mulino Bianco" come vicini di casa. Perfino mentre lo sto scrivendo mi rattristo da sola, perché sono costretta ad entrare anch'io nel cliché delle donne che si lamentano perché gli uomini sono tutti stronzi e le trattano come delle bamboline. Ma tant'è.
Avevo questa strana, buffa, bislacca idea che avessimo raggiunto una parità. Ma non parlo di ruoli: tanto per non passare come la femminista dell'ultim'ora (e poi il femminismo non è manco più di moda) vi dico che io sono per il rispetto dei ruoli. La donna si occupi della famiglia, dei figli, della casa. L'uomo di tutto il resto. Va benissimo, è giusto così. Trovo "innaturale" che la donna faccia carriera e l'uomo stia a casa a lavare i piatti (ma se ci sono coppie che sono felici così, buon per loro). Io parlo di una parità "intellettiva": avevo creduto che, almeno a livello mentale, non dividessimo più il mondo tra "uomini e donne", ma tra "persone e persone". Persone buone, persone meno buone, persone intelligenti, persone stupide, ma senza distinzione di sesso.
Invece mi sono trovata più volte a sentire discorsi del tipo "è una donna, per forza ragiona così!" "oh mamma mia, le donne che fanno le menate basta non ascoltarle!" "la donna deve stare zitta, cucinare e darla via, ecco cosa deve fare". Queste tre frasi hanno un denominatore comune: le donne, per essere perfette, non devono parlare, meglio ancora, non devono pensare; il pensare è prerogativa maschile, in quanto l'uomo vive alla giornata, senza fare menate e senza farsi troppe domande.
La sorpresa nel finale del film sopracitato sarà scoprire che gli uomini sono così per "colpa" delle donne. Donne che si autoconvincono che sia giusto così e creano dei piccoli mostri, in una metafora fin troppo chiara: le mamme educate ad essere bambole non-pensanti insegneranno ai loro figlioletti maschi a volere come compagne delle bambole non-pensanti, entrando di diritto anch'esse nel cliché della mamma chioccia che vizia il figlio e lo giustifica qualsiasi cosa faccia perché in fondo "è sempre tutta colpa delle donne che pensano, ecco cos'è! Se non ci fossero queste donne il mondo sarebbe un posto migliore!".
Lasciatemelo ripetere: che tristezza immensa.

Nessun commento:

Posta un commento