giovedì 2 febbraio 2012

Occhi color Febbraio

"Volevo scriverti una storia sulla magia. Volevo conigli che spuntassero dai cappelli. Volevo palloni che ti sollevassero fino al cielo. Ma è diventato tutto nient'altro che tristezza, guerra, afflizione. Non l'hai mai visto, ma dentro di me c'è un giardino."
Shame Jones, "Io sono Febbraio"
Non so se avete mai letto questo libro, "Io sono Febbraio", del giovane scrittore americano Shane Jones. La storia è una fiaba moderna: dopo l'arrivo di Febbraio una cittadina è rimasta intrappolata in un inverno perenne, dove i colori, la luce e il sole sono ormai solo un ricordo lontano e la depressione si abbatte sull'intera popolazione. Come se non bastasse, in questo quadro di desolazione assoluta e di angoscia, lo spirito di Febbraio arriva perfino a bandire il volo, obbligando i suoi sacerdoti a bruciare tutti i libri che parlano di aeroplani, di uccelli e di qualsiasi cosa che possa volare. Né mongolfiere né aquiloni, è tutto vietato, perfino i palloncini colorati. I cittadini non possono fare altro che  sperare che Febbraio decida presto di andare via. Ma a un certo punto i bambini cominciano a scomparire e, fra questi, c'è anche la piccola Bianca, figlia del protagonista Thaddeus Lowe. Ed ecco che, a quel punto, tutti decidono di ribellarsi a Febbraio e al lungo, freddo e angoscioso inverno cui li ha condannati. Non posso fare a meno di pensare che, per lungo tempo e ancora adesso, io stessa ho vissuto un lungo inverno, senza luce, senza speranza e senza la possibilità di volare. Certe persone arrivano nella nostra vita lasciando il gelo, tirando fuori la parte peggiore di noi, impedendo a quel giardino fiorito che ci portiamo dentro di profumare la nostra esistenza e quella delle persone che ci circondano, impedendo ai palloncini che colorerebbero le nostre giornate di volare, ricoprendo le nostre teste di un cielo sempre grigio, monocolore. C'è una canzone di Battisti, "Fiori rosa, fiori di pesco" che recita: "Credevo che l'azzurro di due occhi per me fosse sempre cielo e non è". Nel mio caso, non potrebbe essere più vera di così. Tanto azzurri erano quegli occhi quanto grigia la vita che mi prospettavano, tanto belli quanto freddi e angoscianti, privi di speranza. Proprio come l'inverno del libro "Io sono Febbraio". Non sarà facile liberarsi dall'ombra invisibile di quegli occhi che per lungo tempo mi hanno tenuta incatenata ad un mondo il cui unico colore che vedevo era proprio quell'azzurro ingannevole; ma rispetto a qualche giorno fa, in cui pensavo che non sarebbe mai finito l'inverno, già sento di poterci riuscire e ogni tanto vedo un pallido, tiepido raggio di sole. E questa per me è già una grande vittoria.

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