martedì 22 novembre 2011

La Commedia non è roba per comici

Parlavo qualche giorno fa dell'ingiustizia che ha colpito il termine "popolare" facendolo diventare sinonimo di "banale", e rivendicavo il diritto ad essere "popolari" ma niente affatto scontati e superficiali. Tuttavia Dragonfly mi suggeriva che esiste anche il fenomeno opposto: ovvero quando le masse si esaltano e si tende a perdere l'identità individuale; e, con essa, anche la capacità di avere un'opinione critica.
So che adesso risulterò parecchio impopolare, ma credo che un chiaro esempio del fenomeno sopra citato sia l'esaltazione di massa, che rasenta l'estasi, ogni volta che Roberto Benigni appare in tv, o sulle piazze, a recitare passi della Commedia dantesca. Senza nulla togliere a Benigni, la cui bravura è indiscussa, credo però che ognuno debba rispettare il proprio ruolo. E lui è principalmente un attore comico, non un professore di letteratura, tantomeno un critico letterario. È insopportabile vedere quanto venga esaltato, non solo dal pubblico, ma anche da buona parte della stampa, quasi come se per il solo fatto di essere conterraneo di Dante, fosse capace di comprenderlo più di chiunque altro. La verità è che la Divina Commedia ha tanti livelli di lettura, troppe possibili interpretazioni, moltissime domande ancora senza risposta perché possa essere banalizzata in quel modo. La superficialità con cui l'attore toscano presenta al suo pubblico l'opera di Dante è, a mio avviso, uno sbeffeggiamento di tutti coloro che hanno passato anni sulle "sudate carte", che hanno scritto saggi, partecipato a convegni, letto e riletto manoscritti e fatto opera filologica per restituirci una Commedia che fosse il più vicina possibile all'originale (come tutti saprete, non esiste nessun documento autografo di Dante).
L'opera dantesca non può essere capita da tutti, non perché serva un'intelligenza sopraffina per comprenderla, ma semplicemente perchè necessita di studi un po' più approfonditi, esattamente come qualsiasi altra materia o disciplina. Inutile decontestualizzarla per essere esaltati da persone che, fino a quel momento, sapevano a malapena che Dante è davvero esistito e il giorno dopo parlano come novelli Sapegno.
La mia è solo l'opinione di un qualsiasi studente di Lettere che si sia trovato ad affrontare la Commedia in maniera più approfondita rispetto ad un liceale. Non sono certo un'esperta; tuttavia sono convinta che banalizzarla non faccia bene a nessuno, perché conoscerla superficialmente è molto peggio che non conoscerla affatto.

6 commenti:

  1. Concordo con Marco... parole Santissime... Benigni ha reso accessibile la Divina Commedia a quel pubblico che la rifuggiva terrorizzato... Un'idea geniale, ma certamente "robetta" per plebe.... (e che comunque riempie il portafoglio di Benigni...).

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  2. E' bello far colazione e leggere il tuo blog... Mi ci sto abituando... Non mi deludere.. E' come leggere il Sunday Times... Non ne puoi pi' fare a meno...
    Kiss

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