mercoledì 23 novembre 2011

La speranza si vede anche al buio

Siamo già quasi alla fine di Novembre, il sole tramonta ogni giorno sempre un po' prima e molti rimpiangono quelle belle lunghe, calde e luminose giornate estive, dichiarandosi "allergici al buio".
Sicuramente molti di voi conosceranno l'austriaco Hermann Bahr, storico, autore di teatro e critico d'arte vissuto alla fine del 1800. Si occupò soprattutto dell'impressionismo e dell'espressionismo, ed utilizzò un'immagine che mi ha sempre colpito molto per descrivere il modo in cui l'uomo ha attraversato i secoli e ha reagito agli stimoli esercitati su di lui dalla natura esterna: se, in un certo momento, l'uomo provava paura per ciò che vedeva intorno a sé, egli cominciava a guardare il mondo con un occhio interno, che Bahr definisce "occhio dello spirito"; al contrario, nel momento in cui l'uomo ritrovava una nuova fiducia verso la natura che lo circondava, guardarva allora il mondo con un occhio esterno, definito dal critico austriaco "occhio del corpo". E così si potrebbe tracciare una specie di profilo di storia dell'arte, caratterizzandone le epoche successive in base a quello che, dei due occhi, veniva via via adoperato: se le arti primitive si affidavano all'occhio dello spirito, quella greca si affidava all'occhio del corpo e così via...
Ebbene, voglio rubare a Bahr questa bellissima definizione. In un certo senso è come se durante le ore di luce usassimo l'occhio del corpo e fossimo più aperti agli altri, più fiduciosi verso il mondo e la natura che ci circonda. Nelle ore di buio, invece, è l'occhio dello spirito che cominicia a guardare e ci ritroviamo spesso ad esplorare ciò che di giorno non riusciamo a percepire perché coperto dalla luce e dal chiasso. È il momento del silenzio e dell'introspezione. Forse per questo motivo a molti non piace... per guardare dentro se stessi ci vuole spesso più coraggio che per affrontare il mondo esterno. A me il buio piace, non solo perché amo usare gli occhi dello spirito (qualcuno mi direbbe che lo faccio anche troppo, dando spesso vita ad ansie e brutti pensieri), ma anche perché non percepisco il buio come una mancanza di luce, ma solo la sua attesa. E l'attesa, si sa, è sempre piena di speranza.

4 commenti:

  1. Una che scrive cosi' io me la sposerei subito.... Tu hai incontrato solo orbi...

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  2. infatti...se non fosse che son vecchiotto... :)
    complimenti Dottoressa, davvero.

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  3. Mi dicono dalla regia che questo post non è molto chiaro e che alla fine si capisce solo che, al buio, uno pensa di più. Mi dicono altresì che il commento che viene spontaneo è "grazialcazzo".

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