Oggi sono a corto di idee. Mi suggeriscono che, quando si è a corto di idee, si può parlare proprio di quello; io invece voglio condividere con voi una poesia. Non trovando le parole per comunicare qualcosa di interessante, stasera le prendo in prestito da Nazim Hikmet, poeta e scrittore turco naturalizzato polacco, nato nei primi del '900 e morto negli anni '60; amico di Neruda, allievo di Majakovkij, si oppose al regime di Kemal Ataturk. Fu condannato a 28 anni di carcere scontandone 13 in Anatolia, prima che l'intervento di una commissione internazionale composta tra gli altri da Tzara, Picasso, Sartre riuscisse a favorirne la scarcerazione. Nella sua vita conobbe la tortura, la persecuzione, la povertà e l'esilio. Eppure non perse mai la "voglia di cantare", come racconta Neruda. A lui la parola. Buona serata a tutti.
hikmet è un grande. uno dei pochi, nel novecento, a essere tale non solo per essere stato perseguitato.
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