mercoledì 28 dicembre 2011

Ricordi in agrodolce

Ultimamente mi è presa una specie di nostalgia: vorrei tornare a cantare. Per dieci anni ho cantato in un coro (dal 1992 al 2002), e non in un qualsiasi coretto parrocchiale, bensì nella Cappella Musicale della Cattedrale di Pisa. Ma non fatevi impressionare dal nome altisonante: eravamo comunque tutti dilettanti.
Quando entrai a far parte della sezione femminile avevo 13 anni, andavo a lezione di pianoforte e il mio Maestro era anche il Direttore del suddetto coro, per cui il mio ingresso fu facilitato. Ero la più piccolina là dentro e trovai un ambiente accogliente. Tutti mi coccolavano e mi vezzeggiavano.
Io, che fino ad allora avevo cantato giusto sotto la doccia le canzoni di Cristina D'Avena prima e di Marco Masini poi, mi ritrovai di punto in bianco a cantare cose come "Sicut Cervus" di Giovanni Pierluigi da Palestrina, la "Messa dell'Incoronazione" e il "Requiem" di Mozart, l' "Hallelujah" di Händel e così via...
Il clima era rilassato, ci impegnavamo moltissimo, facevamo anche tre prove a settimana, in una stanzina scalcinata all'ombra della Torre Pendente, e i risultati si sentivano durante i concerti e le Messe in Cattedrale.
Mi divertivo molto, mi sentivo a mio agio, mi ero fatta delle amicizie (altre ragazzine della mia età o poco più grandi erano entrate a far parte del coro dopo di me) e l'entusiasmo era l'unico motore che ci spingeva a cercare di fare sempre meglio.
Siccome eravamo bravini, l'ente che si occupava di gestire le finanze del coro, l'"Opera Primaziale Pisana", acconsentì di finanziarci alcune tournée e concorsi in Italia e all'estero. Nel 1995 andammo un settimana in Inghilterra, nel '96 e nel '98 in Germania e nel 2000 a Parigi, partecipando nel frattempo anche a diversi concorsi (Carpi, Verona, Vittorio Veneto).
Come tutte le belle cose, però, anche questa era destinata a finire.
L'ingresso nel coro di alcuni elementi negativi portò pian piano a trasformare quell'entusiasmo di cui parlavo prima in una sete di successo. Non cantavamo più tutti insieme, ma eravamo sempre in una specie di competizione l'uno contro l'altro. L'imperativo nei concorsi era "dobbiamo vincere"; l divertimento non c'era più, c'era solo l'obbligo di cantare e di cantare bene, perché dovevamo per forza essere sempre i migliori.
Pian piano molte delle mie amicizie se ne sono andate e alla fine anch'io ho preferito mollare. Il coro esiste ancora, ma all'interno c'è stata una specie di rivoluzione e adesso la maggior parte dei cantori ha studiato canto o è addirittura diplomata.
Per molto tempo ho rifiutato l'idea di ricominciare a cantare, dovevo come disintossicarmi. Ma qualche giorno fa mi è capitato tra le mani un vecchio cd, una registrazione live di un concerto che facemmo nel 1995. E non so come, mi son messa a cantare come se non fose passato nemmeno un giorno. Come sempre, il tempo attutisce tutto, e anche i brutti ricordi (che comunque rimangono) hanno lasciato il posto ad una piccola nostalgia, che ogni tanto percepisco come una punturina di una minuscola spilla.

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