giovedì 29 dicembre 2011

Volevo solo una granita

Come avrete capito, la mia vita è come stare su una montagna russa perenne: giorni in salita, dove tutto sembra impossibile da raggiungere e diventa difficile perfino alzarsi dal letto e giorni in discesa, dove il divertimento, le risate, le cose belle prendono il sopravvento. Più o meno è così per tutti, in effetti, ma per me le salite e le discese sono più ripide e più frequenti, perché fra i tanti problemi che mi porta il diabete, c'è anche quello, per niente simpatico, degli sbalzi d'umore. La scienza non ha ancora ben capito perché, ma pare che i diabetici soffrano di sbalzi d'umore anche violenti. Facendo un giro su alcuni forum e siti dedicati a questa malattia, ho letto storie di mariti che di punto in bianco cominciano a tirare piatti alle mogli, scene isteriche nate da un nonnulla, urli e strepiti. Nel mio caso, quando ho uno sbalzo d'umore, mi sveglio la mattina con la perenne voglia di piangere, mi innervosisco per motivi anche banali e ogni tre per due mi scendono i lacrimoni.
Questa è una malattia di cui tutti in realtà hanno sentito parlare, ma che purtroppo non conoscono affatto. La maggior parte della gente è convinta che basti non mangiare i dolci e sei a posto. Il peggio che ti può capitare è che devi farti un paio di iniezioni di insulina al giorno. Ecchesarammai!
La realtà è ben diversa. Quando scopri di essere diabetico, vieni di punto in bianco catapultato in un mondo in cui ti si aprono porte che fino ad allora non avevi mai visto. Ti viene data una dieta che devi seguire con attenzione e che, ti viene detto fin da subito, durerà tutta la vita. La tua intera esistenza deve comunque ruotare intorno a questa malattia, perché tu puoi fregartene, puoi tentare di ignorarla, ma lei poi ti presenta il conto tutto insieme e di solito è un conto molto salato.
Provate ad immaginare la vostra vita: uscite, andate in giro con gli amici, prendete un apertivo? Dimenticatevelo. Nella maggior parte dei casi le bevande con cui vengono fatti gli aperitivi, contengono sciroppo di glucosio, ovvero il veleno per un diabetico. Siete in giro, in estate, e avete voglia di una granita? Niente da fare. Stessa cosa vale per i gelati, a meno che non troviate una pia gelateria che ha pensato anche a voi e si è degnata di fare almeno un gusto senza zucchero. Che però, attenzione, contiene lattosio. E il lattosio è uno zucchero. E bisogna starci attenti.
E fin qui ho parlato solo di dolci. Il problema è che lo zucchero è presente, in diverse forme, in quasi tutti gli alimenti. Quante volte, leggendo una rivista, avete letto "per tenersi in forma, frutta a volontà!". Ebbene, per un diabetico, non esiste la "frutta a volontà", perché contiene, indovinate un po'? Il fruttosio.
Chiunque soffra di questa malattia, deve imparare a fare i conti con "l'Indice glicemico degli alimenti" e deve imparare a pesarsi tutto, dal pane alla pasta, dalla carne alla frutta. Deve imparare a guardare gli ingredienti su ogni confezione ai supermercati. Perché nella maionese, nel ketchup e nella senape, ad esempio, c'è lo zucchero. Anzi, a dirla tutta, lo zucchero è presente in quasi tutti gli alimenti preconfezionati. L'altro giorno ho fatto un calcolo e ho scoperto che, per un diabetico, mangiarsi quattro cipolline sott'olio equivale a ingurgitare due hg di pasta. Avete presente quando andate nei ristorantini e vi portano quegli antipastini fatti coi crostini? Nel patè, c'è lo zucchero. Un succo di frutta in un bar? Scordatevelo, non solo c'è il fruttosio, ma ci viene aggiunto lo zucchero semplice (che fra l'altro, è quello peggiore).
Potrei andare avanti all'infinito. Ma mi sembra che ormai sia chiaro quello che intendo: è una malattia che limita fortemente la libertà indivuduale.
Vogliamo parlare delle iniezioni di insulina o di altri farmaci sostitutivi? Parliamone. Ogni giorno, due o tre volte, dovete bucarvi la pelle per l'autocontrollo della glicemia e anche per praticarvi le iniezioni. Non è doloroso. Sono gli effetti collaterali dopo che sono insopportabili, certe volte.
A parte il fatto che, ovunque voi siate, dovete trovare un luogo decente e pulito per praticarvi l'iniezione e che dovete conservare a temperature ben precise le penne preriempite (e quindi, un viaggio nel deserto del Sahara diventa complicato), ci sono medicinali che provocano la sensazione di nausea perenne, vomito, mal di testa e diarrea. Molti malati, poi, arrivati ad un certo punto della malattia, sono costretti a ricorrere ai microinfusori, perché il controllo metabolico non è realizzabile solo con le tre iniezioni giornaliere: si tratta di macchinette che vanno sempre tenute attaccate addosso, con l'ago sempre inserito, e che iniettano l'insulina ogni qual volta il paziente ne abbia la necessità.
Divertente, no?
Non voglio parlare adesso di tutte la varie complicanze cui va incontro ogni malato che non curi questa malattia nel modo corretto. Vi dico solo che, quattro mesi fa circa, ad un controllo, un medico particolarmente impietoso mi ha detto "Devi fare qualcosa di drastico per entrare in compensazione metabolica oppure tu a 50 anni non ci arrivi". Il "qualcosa di drastico" è arrivato sotto forma di due iniezioni al giorno di un farmaco che si chiama Byetta e che mi fa vedere i sorci verdi. Quando lo prendo, comincio a star male per ore. Appena comincio a sentirmi meglio è già ora di farsi la seconda puntura.
Eppure non ho fatto nulla per meritarmi questo. Lo so che dovrei pensare alle persone, tante, che stanno peggio. Ma perché non si deve mai guardare chi sta meglio? Che senso ha sentirsi sollevati dal pensiero che "c'è chi sta peggio di te"? Come se dovessi essere contenta che la gente abbia un tumore o come se, per il solo fatto che mi è venuto il diabete, non fossi comunque a rischio di sviluppare anch'io un tumore. Io so che fin da bambina non mi sono strafogata di dolci, che non ho mai mangiato troppo, che sono sempre stata in sovrappeso e a dieta perché avevo un problema metabolico che molti dottori non sono stati in grado di riconoscere e affrontare. E che dopo tante rinunce e tante umiliazioni ( "di' la verità? tu mangi la notte, vero? ma sei così bellina, che te ne frega di stare a dieta? con quel visino lì gli spasimanti ce li hai lo stesso!") mi sono ritrovata pure malata a 26 anni.
Ecco, ci sono dei giorni che non riesco ad accettarlo e non riesco ad abituarmi al pensiero che questa sarà la mia vita per i prossimi anni. Per sempre. O almeno finché la scienza non abbia trovato un rimedio. Ma si sa cosa successe a chi visse sperando.

Nessun commento:

Posta un commento